AMBIENTE E TUMORI

I dati ufficiali sull'attuale incidenza di cancri e tumori riportati dalla Agenzia Internazionale per le Ricerche sul Cancro / OMS nel suo ultimo rapporto di un anno fa, dati in contrasto con le affermazioni trionfalistiche sulla sempre imminente sconfitta del cancro da parte di alcuni "autorevoli" Oncologi, mostrano che  "nel 2008 sono stati diagnosticati 12 milioni di nuovi casi, inoltre 7 milioni di persone sono morte di cancro ed erano ancora viventi 25 milioni di persone malate di cancro. Si stima che entro il 2030 ci saranno 26 milioni di nuovi casi di cancro ogni anno, cioè più del doppio rispetto al 2008! Il peso di questa "epidemia di cancro" è già oggi insopportabile persino per i paesi più ricchi che non hanno risorse sufficienti per assicurare un trattamento terapeutico efficace e cure palliative e terminali per far fronte a questi numeri”. E’ chiaro che una crescita della  portata di quella sopra prospettata non può essere in alcun modo giustificata, come qualche "autorevole" Oncologo vorrebbe far credere, dal prolungamento della vita media e dalla diminuzione delle malattie acute e infettive,ma è invece il risultato del peso che continuano ad avere i cancerogeni ambientali di vecchia data e quelli introdotti negli ultimi decenni. Per molti anni ancora continueranno infatti a morire milioni di persone che sono state esposte ai cancerogeni noti come tali da più di mezzo secolo, fumo di tabacco e asbesto per citare quelli che hanno maggior peso; idrocarburi aromatici policiclici, metalli, diossine e composti organoclorurati il cui peso va aumentando a causa del traffico veicolare, dell'uso di pesticidi e della diffusione degli inceneritori; radiazioni elettromagnetiche ionizzanti impiegate nelle centrali nucleari e nella diagnostica medica e radiazioni non ionizzanti, in particolare campi elettromagnetici a varia frequenza (CEM).  

Per quanto riguarda i CEM, i rischi sono dovuti ad esposizioni residenziali ad elettrodotti, impianti radio-TV e ripetitori per la telefonia mobile, oltre che a varie esposizioni lavorative, e soprattutto all'uso volontario delle tecnologie di trasmissione wireless: telefoni mobili (cellulari e cordless) e sistemi wifi e wimax per il collegamento via etere con le reti informatiche. L'aumento statisticamente significativo (più del raddoppio) del rischio di tumori maligni al cervello (soprattutto astrocitomi, un sottotipo estremamente invasivo e incurabile dei gliomi), di tumori benigni ai nervi cranici  (soprattutto neurinomi del nervo acustico) e di tumori benigni e maligni alle ghiandole salivari (soprattutto alla parotide) è ormai ben documentato in soggetti che hanno usato i telefoni mobili per almeno 20 minuti al giorno e da almeno 10 anni, tempo di latenza minimo per la diagnosi di questi tumori, tanto che questo dato è stato certificato già nel 2007 anche dall'Associazione Italiana degli Oncologi Medici nel suo rapporto sui tumori alla testa. Oggi siamo solo all'inizio di accertamenti epidemiologici resi difficili dal lungo tempo di latenza di questi tumori (fino a 30 anni e anche più) e sfuggono ancora da questi accertamenti i soggetti più sensibili (bambini e adolescenti) che sono tra i maggiori utilizzatori di queste tecnologie e che non hanno ancora maturato il tempo di latenza minimo perchè il tumore possa essere diagnosticato. In altre parole, quello che vediamo oggi è solo "la punta di un iceberg" destinato ad emergere nella sua interezza nei prossimi 15-20 anni! Ciononostante già oggi possiamo prevedere  non meno di un milione e mezzo di casi aggiuntivi di tumori e cancri alla testa provocati in tutto il mondo dall'uso abituale dei telefoni mobili, con un costo sociale stimato in oltre 10 miliardi di dollari solo per gli Stati Uniti, dove sarebbe necessario aumentare di almeno 7 volte il numero dei neurochirurghi per fare fronte ai nuovi malati. Per non parlare del prezzo in termini di sofferenze umane! A fronte di questi dati,  che già oggi fanno prevedere una crisi sanitaria di enormi proporzioni, sono indispensabili misure cautelative imposte dalle autorita’ sanitarie e governative (v. i richiami formulati un anno fa dal Parlamento Europeo e dalla Agenzia Europea per l’Ambiente e le  iniziative già adottate in Francia, in Svezia e in California). Parimente indispensabile e’ l’adozione da parte degli utenti di forme di autotutela (uso cautelativo dei telefoni mobili).

Prof. Angelo Gino Levis                                                                           già Ordinario di Mutagenesi Ambientale,                                       membro del Comitato Scientifico ISDE-Italia,                                     vice-Presidente APPLE-PD,                                                                   socio H. C. associazione ABITARE bio Messina.