ARCHEObio

È lecito chiedersi: “perché unire Abitare bio con il mondo dell’archeologia?” La risposta è molto semplice, perché i Beni Culturali che compongono il patrimonio storico, artistico, monumentale, demoetnoantropologico, archeologico, archivistico, ecclesiastico, architettonico e tutti quelli che costituiscono testimonianza avente valore di civiltà (D. Lgl n.112, 1998, art.148 comma1a), fanno parte dell’ambiente in cui noi oggi viviamo e dobbiamo imparare o, per meglio dire, “educarci” a convivere con essi, tutelandoli, valorizzandoli ma soprattutto facendoli interagire con ciò che ci circonda.

Il nostro Paese, al centro dell’area mediterranea, è sempre stato un punto di incontro per diverse civiltà, uno scrigno di tesori e di testimonianze storiche che hanno svelato, e lo continuano a fare, l’evoluzione dell’uomo. Le opere d’arte, infatti, insieme a tutti quei valori civili, sociali e politici, che sono parti integranti della creatività umana, documentano la storia dei popoli e la loro aspirazione a sopravvivere nei secoli attraverso la loro bellezza e spiritualità. Tali opere, fondendosi con quelle odierne, saldano la grandezza del passato alla realtà del presente e, a distanza di secoli, sono ancora oggi fonte di civile insegnamento. Purtroppo il patrimonio artistico italiano corre gravi pericoli: oltre a furti, vendite abusive,  esportazioni clandestine, esso è gravemente danneggiato dall’inquinamento dell’aria, soggetto ai pericoli che possono derivare dal disordine urbanistico; dall’uso indiscriminato ed irrazionale del territorio; dai mezzi meccanici che, tracciando nuove strade o costruendo nuovi edifici, dissestano terreni ricchi di vestigie che dovrebbero essere, invece, custodite da vincoli protettivi. 

Palazzi e chiese sono in rovina; pitture e sculture, affreschi e monumenti in degrado; musei insufficienti e mal custoditi; zone archeologiche saccheggiate.  Le esportazioni abusive moltiplicano; i danneggiamenti di ogni tipo proseguono con conseguente distruzione di parchi e giardini, dispersione di archivi, biblioteche  e  raccolte  storiche. 

Il paesaggio, le coste, i borghi, le città vengono indiscriminatamente danneggiate da costruzioni intensive, abusi edilizi ed urbanistici di ogni genere che avvengono sotto i nostri occhi. A ciò si devono aggiungere le strutture ed i servizi ricettivi che non si dimostrano all’altezza delle aspettative o delle esigenze dei turisti; infatti, i Beni Culturali che si trovano  ospitati in sedi o strutture di minore importanza, pur trovandosi dislocate su tutto il territorio nazionale e pur essendo quasi sempre segnalate sulle guide o citate nella letteratura specializzata a tale fine, risultano, invece, impraticabili o addirittura impossibili da raggiungere.   Tutto questo è frutto di incuria e incompetenza da parte degli apparati gestionali o, più frequentemente, dalla scarsità dei fondi disponibili.    Le autorità chiamate a vigilare sulla tutela e la valorizzazione dei Beni Culturali, pertanto, sono tenute a salvaguardare un patrimonio collettivo che, oltre ad essere di valore “inestimabile” (in quanto il passato è fondamentale per capire il nostro presente), rappresenta anche una risorsa  non  rinnovabile data l’impossibilità di ricreare l’originalità dei capolavori concepiti e realizzati nel corso dei secoli, provvedendo anche ad un rapido e adeguato riassetto del territorio in funzione della salvaguardia e dello sfruttamento di queste opere. Esse, infatti, sarebbero un motivo in più che assicurerebbe una ricaduta estremamente positiva su nuovi risvolti economici e culturali per l’intera nazione in quanto le opere d’arte sono in grado di fungere da irrinunciabile fonte di ricchezza per tutti coloro che operano nei settori del commercio, del turismo e dei servizi all’interno delle città d’arte. Il Ministero dei Beni Culturali o gli Enti Locali, quindi, dovrebbero provvedere a stanziare fondi ma, in mancanza di questi, potrebbero essere i privati a trovare le risorse necessarie con apposite convenzioni, qualora il Ministero lo  concedesse,  così da permettere aumento del personale di studio  tecnico,  di custodia dei musei e dei centri archeologici, incremento dei restauri e di tutti gli interventi disponibili: operazioni di consolidamento sia strutturale che geologico; recupero degli spazi antistanti e delle vie d’accesso (giardini, strade, piazze); progettazione ed organizzazione di percorsi turistici tematici a carattere artistico-culturale e ambientale, attraverso la creazione di sinergie tra i vari attori del mondo turistico e culturale; servizi turistici: ricettivi, guide turistiche, navette, sportelli a carattere info-turistico, siti web per raggiungere una vasta gamma di persone; opere di manutenzione per la fruibilità del bene. Tutto questo perchè il Bene non è soltanto cultura, memoria del passato che deve rivivere nel presente, bensì deve essere inteso come portatore di sviluppo e investimento nelle diverse realtà territoriali poiché, come diceva il grande storiografo greco Tucidide: 

La Storia è un acquisto per sempre”.

                                                                               Prof.ssa Maria Luisa Misitano